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Intrusione salina nel fiume Livenza e strategie di gestione adattativa efficaci

Pubblicata il 29-05-2025


Analisi e proiezioni dell’intrusione salina nel fiume Livenza per sviluppare strategie di gestione adattativa efficaci

Si è concluso il progetto di modellazione dell’intrusione salina lungo il fiume Livenza, commissionato da VERITAS a CORILA, in collaborazione con diversi istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR, IGG, ISP). Il lavoro ha rappresentato un importante avanzamento nella comprensione delle dinamiche idrodinamiche che regolano l’estensione e la persistenza del cuneo salino nel tratto terminale del fiume. Il progetto è nato a seguito dell’emergenza idrica dell’estate 2022, quando la risalita del cuneo salino lungo il Livenza, accentuata dalla siccità, ha messo a rischio il prelievo per uso idropotabile all’impianto Veritas di Boccafossa, che serve anche le utenze turistiche di Caorle ed Eraclea.

Propedeutico alle attività modellistiche è stato condotto un intenso lavoro di rilievi in campo, indispensabile per la calibrazione del modello idrodinamico e la corretta interpretazione delle dinamiche osservative. I rilievi estesi al sistema foce del Livenza, costituito dall’alveo principale del fiume e dei canali Riello e Commessera, hanno riguardato la misura della salinità lungo l’intera colonna d’acqua, in diverse condizioni di portata e marea, e hanno consentito di indagare la distribuzione del flusso, evidenziando la forte variabilità del fenomeno e l’importanza di un monitoraggio continuo. Sebbene non sia stato possibile condurre misurazioni in condizioni siccitose, in quanto l’anno 2024 si è caratterizzato per periodi di pioggia prolungati ed intensi, i risultati delle indagini sono utili a definire il quadro idrologico generale in condizioni di marea sizigiale e di flusso di base, utile per l’analisi e la modellizzazione del sistema fluviale nelle condizioni di criticità.

Il cuore dello studio è stato l’utilizzo del modello tridimensionale SHYFEM, che ha permesso di simulare con dettaglio la risposta del sistema fluviale in diverse condizioni idrologiche e marine. Le simulazioni hanno dimostrato che l’intrusione salina avviene in modo significativo in presenza di portate fluviali inferiori ai 30 m³/s, ma anche che l’effetto combinato tra portata ridotta e innalzamento del livello marino, in particolare in condizioni di mareggiata, è capace di spingere l’acqua salmastra fino a diversi chilometri nell’entroterra, ben oltre le soglie abituali.

Estensione massima dell’intrusione salina con portata di 40 m³/s e conducibilità misurata a 1,5 m dal pelo dell’acqua. L’area evidenziata è occasionalmente interessata da acqua con salinità superiore a 0,4 psu (circa 800 µS/cm).

Le mappe di persistenza indicano quali aree buffer possono essere occasionalmente interessate da salinità al fondo superiore a 0,4 psu (circa 800 µS/cm) e quali, invece, presentano tale condizione per periodi prolungati. Queste informazioni, sebbene non critiche per l’approvvigionamento idropotabile, risultano particolarmente rilevanti per gli usi agricoli. Inoltre, una persistenza superiore al 50% segnala aree regolarmente influenzate dall’oscillazione mareale, delineando il confine dinamico tra l’influenza fluviale e quella marina.

Mappe di persistenza percentuale di valori di salinità superiori a 0.4 psu (800 µS/cm) per le sei simulazioni che impongono una portata tra 30 m3/s (sinistra alto) e 80 m3/s (destra basso). Tutte impongono configurazione estiva con derivazione ad Albano a -23.3 m3/s, altezza mareale massima a mare 50 cm, msl = 0 cm.

Inoltre, il sistema fluviale e costiero del Livenza è soggetto a una vulnerabilità crescente, dovuta non solo alle dinamiche idrologiche e mareali, ma anche a fattori geofisici di lungo termine: la subsidenza, stimata in circa 0,5 cm all’anno, e l’innalzamento del livello medio del mare dovuto all’eustatismo, dell’ordine di 0,3 cm all’anno, intensificano il rischio di intrusione salina. La modellazione suggerisce che, in condizioni future di innalzamento del livello marino, l’intrusione potrebbe diventare più frequente e intensa anche senza variazioni significative nelle portate medie del fiume. Per questi motivi, il gruppo di lavoro raccomanda di mantenere un monitoraggio continuo e mirato delle portate e della salinità, estendendolo alle derivazioni principali e lungo tutta la colonna d’acqua, e di sviluppare strategie di gestione integrate, flessibili e condivise, per proteggere l’equilibrio tra acqua dolce e salmastra.

I risultati del progetto, frutto di un intenso lavoro multidisciplinare e della collaborazione tra enti di ricerca e gestori, offrono una solida base conoscitiva per affrontare il rischio di intrusione salina nel Livenza. Questo studio rientra tra le attività della comunità scientifica dell’infrastruttura di ricerca europea DANUBIUS-RI, il Centro internazionale per gli studi avanzati sui sistemi fiume-mare, che offre accesso a piattaforme di osservazione, laboratori e strumenti di modellazione all’avanguardia. Le metodologie e gli strumenti sviluppati all’interno del supersito “Delta del Po e lagune del Nord Adriatico” sono applicabili anche in altri contesti territoriali e siti fluviali simili, contribuendo a una gestione più efficace del rischio da intrusione salina su scala più ampia.

Le simulazioni effettuate nell’ambito del progetto offrono inoltre uno strumento operativo prezioso per supportare le future decisioni in tema di gestione delle acque, difesa del suolo e adattamento ai cambiamenti climatici.

Lo studio è stato presentato ieri, 27 maggio 2025, nel corso dell’incontro conclusivo tenutosi presso il Comune di Caorle. Durante l’evento sono stati discussi i risultati raggiunti e le prospettive di sviluppo future. Il lavoro potrà proseguire con l’obiettivo di aggiornare costantemente i dati morfologici e idrologici del sistema, migliorare ulteriormente la calibrazione modellistica e valutare scenari di lungo periodo legati al clima, al regime delle derivazioni e alla dinamica costiera.