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Reti di monitoraggio indispensabili, ma non bastano.

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Titolo: Model-driven optimization of coastal sea observatories through data assimilation in a finite element hydrodynamic model (SHYFEM v. 7_5_65)
Autore: Christian Ferrarin
Rivista: Geoscientific Model Development
Anno: 2021
Parole chiave: modelli matematici, monitoraggio, idrodinamica

Le reti di monitoraggio sono fondamentali per lo studio delle dinamiche ambientali, è cosa nota.

Ancor più nel caso di un ecosistema, quale la laguna di Venezia, alla continua ricerca di un punto d’equilibrio; inoltre, abbiamo già ribadito (vedi articoli in questo sito) come i sistemi di transizione, sottoposti alla forzante dei cambiamenti climatici, mostrino variazioni che spesso non trovano riscontro nelle analisi dei dati storici raccolti dalle reti di monitoraggio.

Ambiente unico al mondo per bellezze naturali e bellezze architettoniche, la laguna di Venezia è da sempre un “caso studio” nel quale sono concentrate molte risorse finalizzate alla raccolta di dati ambientali. Le attuali estese reti di monitoraggio, che fino ad ora hanno fornito dati in sovrabbondanza, oggi necessitano di una “messa a sistema” e di una razionalizzazione, anche economica, indispensabili per il loro mantenimento e funzionamento.

I modelli matematici ambientali, che per loro natura si nutrono di dati, hanno si la necessità di un dato validante proveniente dalle reti di monitoraggio, ma oggi possono essere utilizzati anche per rendere meno ridondanti e più efficienti i sistemi di controllo ambientale.

Come?

Per una risposta, leggete l’articolo pubblicato su Geoscientific Model Development dal gruppo di ricerca CNR-ISMAR guidato da Christian Ferrarin.

Vi lasciamo all’articolo!

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