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Nuove sostanze chimiche e il loro impatto sugli organismi e sull’ambiente che li ospita.

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Titolo: The new PFAS C6O4 and its effects on marine invertebrates: First evidence of transcriptional and microbiota changes in the Manila clam Ruditapes philippinarum
Autore: Ilaria Bernardini
Rivista: Environment International
Anno: 2021
Parole chiave: nuovi PFAS, microbiota, Ruditapes philippinarum

PFOA – Acido perfluoottanico. E’ una sostanza dichiarata cancerogena per l’ambiente e la salute umana. In alternativa ad esso, l’industria ha iniziato ad utilizzare un nuovo composto chiamato C6O4. Recentemente, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto (ARPAVI ha rilevato alti livelli di C6O4 in acque sotterranee e nel fiume Po, aumentando l’allarme per i potenziali effetti di questa sostanza chimica nel naturale
ambiente.

Il presente studio indaga, per la prima volta, gli effetti del C6O4 sulla vongola di Manila Ruditapes philippinarum esposto a concentrazioni ambientali di C6O4 (0,1 μg / L e 1 μg / L) per 7 e 21 giorni.
Inoltre, per capire meglio se il C6O4 è un’alternativa valida e meno pericolosa al suo sostituto, sono state studiate anche alterazioni microbiche e trascrittomiche in vongole esposte a 1 μg / L di PFOA.

I risultati indicano che C6O4 può causare perturbazioni significative alla ghiandola digestiva del microbiota, determinando probabilmente la
compromissione dell’omeostasi fisiologica. Nonostante le analisi chimiche suggeriscano un accumulo 5 volte inferiore di C604 rispetto al PFOA nei tessuti molli delle vongole, le analisi trascrizionali rivelano diverse alterazioni del profilo di espressione genica. Gran parte delle alterazioni, compresa la risposta immunitaria, la regolazione dell’apoptosi, lo sviluppo del sistema nervoso, il metabolismo dei lipidi e la membrana cellulare sono le stesse nelle vongole esposte a C6O4 e PFOA.
Inoltre, le vongole esposte a C6O4 hanno mostrato risposte dose-dipendenti, nonché possibili effetti narcotici o neurotossici e ridotta attivazione dei geni coinvolti nel metabolismo xenobiotico. Nel complesso, il presente studio suggerisce che i potenziali rischi per l’organismo marino a seguito della contaminazione ambientale non vengono ridotti sostituendo PFOA con C6O4. Inoltre, la rilevazione sia di C6O4 che di PFOA nei tessuti delle vongole che abitano la Laguna di Venezia – dove non ci sono fonti puntuali di nessuno dei due composti – raccomanda una capacità di diffusione simile
in tutto l’ambiente. Questi risultati suggeriscono l’urgente necessità di rivalutare l’uso di C6O4 che può rappresentare non solo un pericolo ambientale ma anche un potenziale rischio per la salute umana.

Per gli approfondimenti, vi lasciamo all’articolo.

Buona lettura.

Bernardini et al. 2021